Trattamento dei sintomi della menopausa
La riduzione degli estrogeni endogeni nelle donne in post-menopausa è associata alla comparsa di diversi sintomi. I più comuni sono: sintomi vasomotori, disturbi del sonno e dell’umore, atrofia vulvo-vaginale e alterazioni dell’attività sessuale, riduzione del tessuto osseo.
La terapia ormonale sostitutiva ( TOS ) con estrogeni e progestinici viene da tempo utilizzata per migliorare i sintomi della menopausa. Tuttavia, vi sono ancora preoccupazioni per quanto riguarda il profilo di sicurezza e di tollerabilità delle terapie contenenti progestinici. Da qui la necessità di studiare nuove associazioni terapeutiche.
I benefici della terapia ormonale sostitutiva a breve termine consistono nella riduzione dei sintomi climaterici con conseguente miglioramento della qualità di vita e a medio-lungo termine nella prevenzione di alcune malattie che nel sesso femminile aumentano dopo la menopausa, in particolare osteoporosi, malattie cardiovascolari e degenerative.
Il ricorso alla terapia ormonale sostitutiva è una valutazione che viene eseguita dal ginecologo, insieme alla donna, in base ai disturbi e alla loro intensità, al rischio individuale di incorrere in determinate patologie e all’approccio che la donna ha nei confronti della menopausa.
Generalmente, quando la donna ha conservato l’utero, la TOS consiste nell’utilizzo continuativo o ciclico di estrogeni e progesterone o progestinici per via orale, transdermica o transvaginale.
Menopausa
La menopausa è l’assenza permanente delle mestruazioni legata alla mancata produzione di ormoni da parte delle ovaie. Viene dichiarata dopo 12 mesi consecutivi dall’ultima mestruazione non imputabili a nessun’altra evidente causa patologica o fisiologica.
La menopausa può essere naturale, o fisiologica, e artificiale, indotta da qualsiasi evento che porta a distruzione il tessuto ovarico ( interventi chirurgici, chemioterapia, malattie endocrine ).
La menopausa fisiologica si presenta intorno ai 50 anni con un intervallo di normalità tra i 45 e i 57 anni.
Nei Paesi occidentali la menopausa arriva in media attorno ai 51 anni. Fattori ereditari, etnici, comportamentali, pubertà tardiva, gravidanze e lunghezza del ciclo mestruale possono influenzare l’esordio della menopausa che può distinguersi in: precoce quando inizia prima dei 40 anni, prematura se inizia prima dei 45 anni e tardiva dopo i 53 anni.
Esistono rilevanti differenze individuali nell’esordio e nella durata delle fasi che caratterizzano la menopausa: il ciclo può cessare improvvisamente o modificarsi in modo graduale, anche nel corso di anni.
I primi segni dell’approssimarsi della menopausa si manifestano spesso anni prima dell’ultima mestruazione. Questa fase di transizione viene definita peri-menopausa. Può durare sei o più anni e termina un anno dopo l’ultima mestruazione.
I cambiamenti e i disturbi perimenopausali sono legati alla variazione dei livelli ormonali.
Durante la peri-menopausa, i livelli di estrogeno continuano a diminuire, ma in modo non prevedibile. Temporaneamente possono persino essere più elevati rispetto agli anni precedenti.
Le alterazioni del ciclo mestruale, le vampate di calore, la secchezza vaginale, i disturbi del sonno e gli sbalzi d’umore sono manifestazioni tipiche e frequenti della peri-menopausa.
Durante questa fase la donna ha ancora la possibilità di restare incinta, anche se la fertilità è complessivamente estremamente ridotta.
Con il termine pre-menopausa si indica quella fase della peri-menopausa che copre i 2 anni che precedono la menopausa, in questa fase i livelli di estrogeni calano in modo progressivo fino ad arrivare all’assenza di ovulazione.
La post-menopausa è il periodo che inizia a partire dall’ultima mestruazione, con ulteriore calo di estrogeni.
Nonostante l’aspettativa di vita sia aumentata, l’età in cui sopraggiunge la menopausa naturale non è cambiata significativamente negli ultimi secoli.
Oggi una donna trascorre circa 30 anni, ovvero quasi un terzo della sua vita, in post-menopausa.
La menopausa è associata a una sintomatologia che può variare nel tempo di frequenza, intensità e natura.
I sintomi a breve termine, se non trattati, possono tuttavia avere delle conseguenze a lungo termine e di valenza patologica, come ad esempio l’osteoporosi.
A seconda dell’epoca di comparsa i sintomi vengono classificati in:
acuti, quando compaiono i primi mesi dopo la menopausa ( vampate di calore, insonnia, variazioni del peso corporeo );
intermedi, che si manifestano entro i primi 2-3 anni ( disturbi urogenitali, invecchiamento della pelle );
cronici o tardivi, che si manifestano anche a molti anni di distanza. La frequenza e la gravità della sintomatologia sono molto variabili e soggettive.
I sintomi più frequenti sono:
Alterazioni del ciclo. Con l’approssimarsi della peri-menopausa si possono verificare alterazioni del ciclo in termini di frequenza e intensità delle mestruazioni. Soltanto poche donne riferiscono la brusca interruzione delle mestruazioni da un giorno all’altro.
La maggior parte delle donne riferisce irregolarità del ciclo mestruale, dovuta alla produzione irregolare di ormoni nelle ovaie.
Per lo più i cicli diventano più brevi, quindi le mestruazioni compaiono più spesso rispetto ai consueti 28 giorni.
Tuttavia le mestruazioni possono essere più brevi o più lunghe, più o meno intense del solito.
Con il passare del tempo, le mestruazioni saltano spesso, ossia scompaiono per determinati periodi, per poi riprendere regolarmente.
Per la maggior parte delle donne in stato perimenopausale, le variazioni del ciclo sono naturali e non sempre richiedono un trattamento.
Non tutte le alterazioni del ciclo mestruale nelle donne sono però riconducibili all’approssimarsi della menopausa.
Per questo è importante che un ginecologo valuti la natura delle alterazioni del ciclo mestruale, per escludere altre possibili cause.
Vampate di calore. Si tratta di ondate di calore improvvise, transitorie e fortemente soggettive dovute a vasodilatazione cutanea del volto e del torace, seguite da intensa sudorazione e senso di freddo.
Le vampate di calore notturne possono interferire con il sonno, anche se non sono intense al punto da risvegliare la donna.
I disturbi del sonno possono causare stanchezza e affaticamento, che a loro volta possono essere motivo di irritabilità ( umore depresso, irascibilità, permalosità ).
Il ginecologo deve escludere altre eventuali cause per le vampate di calore, soprattutto se la menopausa non sembra essere la causa probabile o se sono presenti anche altri sintomi atipici della menopausa.
Nella maggior parte delle donne le vampate di calore durano da 3 a 5 anni.
Alcune donne non hanno mai vampate di calore o le hanno soltanto per pochi mesi, mentre altre ne soffrono per anni.
Cambiamenti del tono dell’umore. Le donne che in menopausa vivono stati d’animo depressivi hanno spesso sofferto di variazioni d’umore di tipo depressivo anche in passato, ad esempio nel quadro della sindrome premestruale.
Se il cambiamento dello stile di vita e le proprie risorse non bastano a influire positivamente sui disturbi di natura psichica, può essere utile un trattamento farmacologico ( TOS ).
Disturbi del sistema urogenitale e della sfera sessuale. Secchezza vaginale legata alla riduzione dello spessore dei tessuti di rivestimento della vagina e a una ridotta funzionalità delle ghiandole vaginali che rendono meno elastici i tessuti e più difficoltosi e dolorosi i rapporti; incontinenza urinaria e urgenza della minzione per indebolimento dei muscoli pelvici; riduzione del desiderio.
Aumento di peso. Molte donne aumentano di peso dopo i quaranta o cinquant’anni. L’aumento di peso è associato all’invecchiamento, allo stile di vita e ai cambiamenti ormonali della menopausa, ovvero al calo di estrogeni, che comporta diminuzione della massa muscolare e riduce il metabolismo basale e il fabbisogno calorico.
La massa adiposa aumenta soprattutto a livello addominale e questo comporta, oltre a un problema di natura estetica, anche un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e di sindrome metabolica.
Alterazioni dello scheletro. Con osteoporosi dovuta a diminuzione di massa ossea indotta dal deficit estrogenico peculiare della menopausa. Il 40% delle donne dopo la menopausa subisce una frattura.
Disturbi del sonno. Colpiscono tra il 40% e il 60% delle donne. L’insonnia è un sintomo correlato al calo degli estrogeni che regolano il ritmo sonno-veglia.
Alterazioni della cute. L’invecchiamento della pelle è legato alla riduzione del collagene, dovuta alla carenza di estrogeni, e dell’elasticità, mentre aumentano le rughe, le alterazioni della pigmentazione e la secchezza. Il fumo e i raggi solari aumentano tale effetto e dovrebbero pertanto essere evitati. ( Xagena_2016 )
Fonte: Merck ( MSD ), 2016
Xagena_Medicina_2016