Luci ed ombre dei SERM, modulatori selettivi del recettore dell’estrogeno
I SERM, modulatori selettivi del recettore dell’estrogeno, agiscono come agonisti dell’estrogeno in alcuni tessuti e come antagonisti in altri, per le specifiche azioni su almeno 2 distinti recettori per gli estrogeni.
Presentano i benefici della terapia a base di estrogeno, tra cui la riduzione del rischio di osteoporosi, riducendo nel contempo i rischi associati agli estrogeni ( es. tumore mammario invasivo ).
A sostegno dei benefici dei SERM ci sono i risultati dello studio MORE ( Multiple Outcomes of Raloxifene Evaluation ) che ha studiato 7705 donne in postmenopausa con osteoporosi.
In questo studio controllato con placebo, il Raloxifene ( Evista ) ha aumentato la densità minerale ossea a livello della colonna vertebrale e del collo del femore ed ha ridotto significativamente il rischio di fratture vertebrali, ma non dell’anca, senza aumentare il rischio di iperplasia o tumore endometriale.
Come il Tamoxifene ( Nolvadex ), il Raloxifene ha ridotto in modo significativo il rischio di tumore mammario invasivo ma ha aumentato il rischio di tromboembolia venosa.
I SERM erano ritenuti prevenire la malattia coronarica.
Lo studio RUTH ( Raloxifene Use for the Heart ) è stato disegnato con l’obiettivo di valutare l’effetto del Raloxifene 60mg/die sugli eventi coronarici.
In un secondo tempo, è stato aggiunto come end point secondario il carcinoma mammario invasivo.
Allo studio RUTH hanno preso parte 10.101 donne in postmenopausa con coronaropatia o con molteplici fattori di rischio per la malattia coronarica.
Il periodo osservazionale medio è stato di 5.6 anni.
L’incidenza di eventi coronarici ( morte per cause coronariche, infarto miocardico non-fatale e ospedalizzazione per sindrome coronarica acuta ) non è risultata diversa tra il gruppo Raloxifene ed il gruppo placebo.
Tuttavia, rispetto al placebo, il Raloxifene ha ridotto in modo significativo il rischio di tumore mammario invasivo ed in particolare il carcinoma mammario ER-positivo.
Il Raloxifene ha anche ridotto il rischio di fratture vertebrali, ma non le fratture non vertebrali.
Di contro, è emerso che il Raloxifene ha aumentato i rischi relativi di tromboembolia venosa ( 44% ) e di ictus fatale ( 49% ).
Altri eventi avversi più comuni con il Raloxifene rispetto al placebo sono stati: vampate di calore, crampi alle gambe, edema periferico e patologie della cistifellea.( Xagena_2006 )
Stefanick ML, N Engl J Med 2006; 355: 190-192
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