Embolia polmonare idiopatica nelle donne e inattività fisica
L’obiettivo di uno studio prospettico di coorte è stato quello di determinare l'associazione tra l'inattività fisica ( cioè uno stile di vita sedentario ) e l'embolia polmonare idiopatica incidente.
Hanno partecipato allo studio 69.950 infermiere che hanno compilato questionari biennali durante il periodo 1990-2008.
L'esito primario era l'embolia polmonare idiopatica confermata nella cartella clinica.
L'esposizione principale considerata è stata l'inattività fisica, misurata in ore trascorse sedute ogni giorno.
L'esposizione secondaria è stata l'attività fisica, misurata in equivalenti metabolici al giorno.
Durante il periodo di studio di 18 anni, ci sono stati 268 casi di embolia polmonare idiopatica incidenti.
Si è rilevata un'associazione tra il tempo trascorso sedute e il rischio di embolia polmonare idiopatica ( 41/104.720 casi vs 16/14.565 casi tra le più inattive rispetto alle donne meno inattive nei dati combinati, P inferiore a 0.001 per trend ).
Il rischio di embolia polmonare è stato più del doppio nelle donne che hanno trascorso molto tempo sedute rispetto a quelle che ne hanno passato meno ( hazard ratio multivariato, HR=2.34 ).
Non c'è stata alcuna associazione tra attività fisica ed embolia polmonare ( P=0.53 per trend ).
In conclusione, l'inattività fisica è stata associata ad embolia polmonare incidente nelle donne.
Gli interventi che riducono il tempo trascorso sedute potrebbero ridurre il rischio di embolia polmonare. ( Xagena_2011 )
Kabrhel C et al, Br Med J 2011; 343: d3867
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