Bevacizumab associato alla chemioterapia nel trattamento del cancro al seno metastatico HER2 negativo


Nel corso del Congresso ESMO ( European Society of Medical Oncology ) sono stati presentati i risultati dello studio clinico IMELDA di fase III che ha evidenziato come Bevacizumab ( Avastin ) associato a Capecitabina ( Xeloda ) come terapia di mantenimento in seguito a un trattamento iniziale a base di Bevacizumab e taxano permette di ottenere miglioramenti clinicamente significativi nella sopravvivenza globale, nonché nella sopravvivenza libera da progressione, in donne con cancro al seno metastatico HER2-negativo ( HER- ).

Lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario, evidenziando un aumento di quasi tre volte del tempo libero da progressione di malattia tra le pazienti trattate con Bevacizumab più Capecitabina come terapia di mantenimento rispetto a quelle trattate con solo Bevacizumab ( sopravvivenza mediana libera da progressione dopo il trattamento induttivo: 11.9 mesi contro 4.3 mesi; HR=0.38, p inferiore a 0.001 ).
E’stato inoltre dimostrato che le donne trattate con terapia di mantenimento combinata vivevano in media 15.3 mesi in più ( sopravvivenza mediana globale: 39.0 mesi versus 23.7 mesi, HR=0.43, p inferiore a 0.001 ), endpoint secondario dello studio.
I dati relativi alla sicurezza ottenuti nello studio sono risultati conformi ai profili di sicurezza noti di Bevacizumab o Capecitabina.

Un secondo studio clinico in fase III ( TANIA ) ha evidenziato che le donne che hanno ricevuto Bevacizumab più chemioterapici standard come trattamento iniziale per il tumore al seno metastatico HER2-negativo e che hanno poi proseguito con Bevacizumab più chemioterapia dopo la prima progressione della malattia ( di seconda linea ), hanno vissuto significativamente più a lungo senza peggioramento della malattia, rispetto alle persone che hanno ricevuto solo il trattamento chemioterapico in seconda linea.

Lo studio TANIA ha raggiunto l’endpoint primario del miglioramento della sopravvivenza libera da progressione, con una riduzione statisticamente significativa del 25% del rischio di progressione del tumore per le donne che hanno ricevuto Bevacizumab più chemioterapia in seconda linea rispetto al solo trattamento chemioterapico ( sopravvivenza mediana libera da progressione: 6.3 mesi contro 4.2 mesi; hazard ratio, HR=0.75, p=0.0068 ).
I dati relativi alla sicurezza sono in linea con i profili noti di Bevacizumab e chemioterapia coem seconda scelta.

Bevacizumab è attualmente approvato nell’Unione Europea ( UE ) per l’utilizzo in combinazione con Paclitaxel per il trattamento di prima linea delle pazienti adulte con cancro al seno metastatico.
Bevacizumab è, inoltre, approvato nell’UE in combinazione con Capecitabina per il trattamento di prima linea delle pazienti adulte con tumore alla mammella metastatico, nei quali il trattamento con alternative chemioterapiche, come taxani o antracicline, non sia stata ritenuto adeguato. ( Xagena_2014 )

Fonte: Roche, 2014

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